Glossario della Consapevolezza
Parole da conoscere per acquistare consapevolmente e riconoscere il greenwashing
La sostenibilità è la condizione di sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri.
Il concetto di “sostenibilità” è stato introdotto nel corso della prima Conferenza ONU sull’Ambiente nel 1972, anche se soltanto nel 1987, con la pubblicazione del cosiddetto rapporto Brundtland, venne definito con chiarezza l’obiettivo di “sviluppo sostenibile”. Quest’ultimo è divenuto il nuovo paradigma dello sviluppo stesso dopo la Conferenza ONU su Ambiente e Sviluppo del 1992.
Il commercio equo e solidale o commercio equo (o Fair Trade, in inglese) è una forma di commercio che ha lo scopo di garantire al produttore, e ai suoi dipendenti, un prezzo più giusto (assicurando un ricavo maggiore a quello ricevuto dal mercato tradizionale), garantendo anche la tutela del territorio.
Si oppone alla massimizzazione del profitto praticata dalle grandi catene di distribuzione organizzate e dai grandi produttori. Carattere tipico di questo commercio è di vendere i prodotti al cliente finale, limitando la catena di intermediari.
Con il termine “Hosting“ si definisce un servizio che permette di salvare ed alloggiare, fisicamente, le pagine di un sito, su un server, rendendolo accessibile dalla rete Internet a chiunque desideri vitarlo.
Il server viene chiamato anche host ed è connesso alla rete Internet in modo da garantire l’accesso alle pagine del sito mediante un qualsiasi browser per la navigazione, installato in un computer, uno smartphone o altro dispositivo.
Le aziende presso è cui è possibile acquistare spazi e servizi hosting si chiamano “Web Hosting” o “Hosting Provider“.
Un hosting consuma moltissima energia. Si definisce green hosting che utilizza energia pulita per alimentare il proprio sito web. Proprio come WHATaECO 🙂
La Carbon Footprint (CFP) è un parametro utile a misurare le emissioni di gas serra espresse in termini di anidride carbonica (CO2). Generalmente si riferisce ad un prodotto/servizio oppure ad una organizzazione ma ci sono tanti calcolatori per avere un’idea approssimativa della CFP di una persona.
La carbon neutrality è il risultato del bilanciamento tra emissioni di gas serra generate ed emissioni riassorbite: la carbon neutrality è l’esito finale di un processo di quantificazione, riduzione e compensazione delle emissioni di CO2 generate da prodotti, servizi, organizzazioni e eventi.
Diventare carbon neutral significa quindi farsi carico della propria impronta climatica e scegliere di rendere le proprie attività non impattanti verso il clima (carbon free).
“Stile di vita che cerca di escludere, per quanto possibile e praticabile, ogni forma di sfruttamento e crudeltà nei confronti degli animali, sia essa legata alla produzione alimentare, di indumenti o a qualsiasi altro scopo.”
– The Vegan Society
Non testato sugli animali.
Si oppone ad artificiale ma non denota intrinsecamente una qualità positiva: cianuro, arsenico e amianto sono naturali. Eppure anche solo delle piccole quantità possono ucciderti. La scelta di scrivere “100% naturale” non significa nulla se non supportato da altre informazioni.
Dall’americano, “organic” non significa nulla. In italiano la traduzione corrisponde a “biologico“.
Ma attenzione! Controlla la presenta di una certificazione biologica e in che percentuale il prodotto è bio. Un cotone organico al 20% non si può considerare realmente biologico!
Con Zero Waste si intende una filosofia volta a limitare il più possibile la produzione di rifiuti fino a riuscire ad azzerare o quasi l’utilizzo di discariche e inceneritori.
Plastic-free vuol dire sostituire o eliminare la plastica dove il suo utilizzo è monouso e sono presenti sul mercato alternative riutilizzabili che consentano di garantire igiene, conservazione e integrità di prodotti e alimenti. Il tutto senza plastica!
Si definiscono biodegradabili quei materiali che hanno la capacità di decomporsi in natura grazie all’azione di microrganismi e batteri abbinata alla luce solare o di altri agenti atmosferici naturali.
Il biodegradabile torna alla natura sotto forma di sali minerali e altri elementi semplici.
La scritta “biodegradabile” su un imballaggio o su un prodotto non significa essenzialmente nulla. Il produttore deve indicare in che contesto il suo manufatto si biodegrada, in che percentuale e e in quanto tempo.
Compostabile è un materiale che, dopo essersi degradato, viene trasformato in compost, una sostanza ricca di proprietà nutritive solitamente utilizzata come concime per arricchire il terreno.
Attenzione però, da solo questo termine non significa nulla! Più precisamente si definisce “biodegradabile e compostabile” ciò che rispetta TUTTE le regole definite dallo standard UNI EN 13432:2002. Un materiale per poter essere smaltito in un impianto di compostaggio industriale:
– deve risultare biodegradabile al 90% in massimo 6 mesi alle condizioni di un impianto di compostaggio industriale;
– deve disintegrarsi almeno al 90% in frammenti inferiori a 2 mm in 3 mesi;
– la biodegradazione non deve avere effetti negativi sul processo di compostaggio, nè sul compost finale.
Colorwashing è un termine generico per identificare le aziende che fingono di sostenere cause sociali per promuovere un loro prodotto o il brand stesso.
Conosciuto anche come Woke Washing si divide in diverse categorie di “colore”:
– Greenwashing: aziende che investono più nel comunicare di essere sostenibili piuttosto di attuare di fatto azioni di questo tipo;
– Pinkwashing: aziende che si promuovono attraverso un apparente atteggiamento di apertura nei confronti dell’emancipazione femminile, nascondendo le proprie pratiche di sfruttamento e/o disuguaglianza nei confronti delle donne;
– Rainbow-washing: aziende che cercano di apparire di supporto alle comunità LGTBQIA+ senza attuare un comportamento consono al messaggio comunicato all’interno della propria attività;
– Brownwashing: attività che apparentemente sostengono neri, marroni, indigeni e persone di colore senza implementare circostanze antirazziste e/o BIPOC nella propria attività.
Gli SDGs (Sustainable Development Goals) sono i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile individuati nell’Agenda 2030 dell’ONU.
Questi obiettivi fanno riferimento ad un insieme di questioni importanti per lo sviluppo che prendono in considerazione in maniera equilibrata le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile – economica, sociale ed ecologica – e mirano a porre fine alla povertà, a lottare contro l‘ineguaglianza, ad affrontare i cambiamenti climatici, a costruire società pacifiche che rispettino i diritti umani.
Significa verde. Il colore. Nulla di più!